lunedì 19 novembre 2012

I dolori per il parto? Gli uomini li affronterebbero meglio delle donne

Come reagirebbe un uomo ai dolori del parto? A giudicare dai luoghi comuni, non resisterebbe che pochi, terribili istanti. Sono quindi destinate a suscitare stupore e qualche polemica le conclusioni di uno studiomesso a punto dalla Leeds Metropolitan University che ammette, per la prima volta, una soglia di resistenza al dolore da parte degli uomini decisamente più elevata rispetto a quella delle donne. Tale forma di stoicismo permetterebbe ai maschi di tollerare meglio sofferenze lancinanti come quelle delle doglie. I ricercatori, coordinati dal professor Osama Tashani, hanno analizzato il modo in cui 200 volontari di ambo i sessi hanno reagito al dolore fisico. Ne è risultato che mentre le donne finivano per mettere a nudo tutta la loro emotività, gli uomini avvertivano in maniera minore l’intensità della sofferenza. L’indagine, pubblicata sull’autorevole «European Journal of Pain», è stata condotta su un campione per metà inglese e per metà libico. In merito a questo aspetto, Tashani ha sostenuto che sulla cognizione del dolore può incidere anche l’elemento culturale: «Le reazioni al dolore basate sugli stereotipi di genere che additano la donna come sesso più delicato hanno trovato maggiore riscontro tra i libici, dimostrando che parte delle nostre reazioni alle sofferenze è determinata culturalmente». La ricerca della Leeds Metropolitan University sarà anche fondata dal punto di vista scientifico ma, molto probabilmente, non sono entrati a far parte del novero dei volontari i rappresentanti di quella parte dell’universo maschile che si dispera alla prima linea di febbre o al minimo accenno di nevralgia
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Mangiarsi le unghie: non solo vizio, ma una vera e propria malattia mentale

La diffusa e classica abitudine di mangiarsi le unghie non è semplicemente un «brutto vizio». Secondo alcuni psichiatri presto potrebbe essere definito un disturbo ossessivo-compulsivo al pari di una malattia mentale. Secondo l’American Psychiatric Association, infatti, l’onicofagia, termine medico per chiamare questo tipo di comportamento, è da considerare una malattia mentale, un disturbo compulsivo della mente di chi pratica tali quotidiane azioni. Un gesto abituale, giustificato per scaricare la tensione o semplicemente di accompagnamento per mantenere salda la concentrazione, da considerare al pari di un vizio da cui è difficile staccarsi (per molti esperti è anche peggio del vizio del fumo). Questo accanirsi sulle unghie, tralasciando il lato estetico, comporta anche una serie di rischi, come portare in bocca germi e batteri che si nascondono sotto le unghie, o la formazione della carie, poiché si intacca la sostanza diamantina degli incisivi. Secondo gli psichiatri americani, il mangiarsi le unghie potrebbe entrare a far parte della nuova edizione del «Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders» (DSM), una sorta di bibbia dei disturbi mentali cui fanno riferimento medici, psicologi e psichiatri di tutto il mondo.
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