venerdì 15 marzo 2013

Intraprendente e romantico. Così deve essere l'uomo ideale secondo una donna su tre

http://www.ilmessaggero.it/benessere/esseredonna/intraprendente_e_romantico_cos_deve_essere_luomo_ideale_secondo_una_donna_su_tre_/notizie/256620.shtml
Sensualità del modello latino (32%), romanticismo alla francese (25%) e la tranquillità dell’uomo orientale (23%). È l’uomo che sogna 1 donna su tre che, pur di incontrarlo, sarebbe disposta
a cambiare abitudini e città. Basta quindi con uomini titubanti e con poca iniziativa. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dalla gamma di caffè golosi di Nescafé in occasione del lancio sulla pagina Facebook di Nescafé dell’iniziativa digital «Il tuo minuto di piacere». L’indagine è realizzata mediante la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio on line sui principali social network – Facebook, Twitter, YouTube – blog e community interattive, coinvolgendo circa 1300 utenti-donne tra i 25 e i 55 anni per capire quali caratteristiche deve avere il l’uomo ideale. Risultato: cosa non va proprio giù alle donne in un uomo? L’insicurezza (56%) e la mancanza d’iniziativa (47%). L’affermare che l’uomo di oggi «non sa mai decidere» o «non ha polso», sono le maggiori accuse rivolte dal gentil sesso. Altre detestano la mancanza di romanticismo (41%), e la poca mascolinità (31%) dimostrata. Cosa contribuisce a rendere poco interessante un uomo? Secondo una donna su 3 (35%) il principale motivo che lo rende poco affascinante è il fatto di essere distratto e preso dai problemi quotidiani che non gli permettono di dedicarsi a lei nel giusto modo. Altre gli rimproverano di dare troppo tempo agli amici (25%) e di essere ancora legato alla mamma (22%). Perché le donne vogliono un vero maschio, capace di infondere sicurezza e decisione già dal look (36%). Il gentil sesso sogna quindi un uomo protettivo, capace di ricoprire d’attenzioni una donna (44%), di farla ridere (34%) e con la giusta dose di romanticismo (31%). «Vorrei un uomo che mi trasmetta sicurezza» e «avrei bisogno di qualcuno al mio fianco che sappia conquistarmi con il suo atteggiamento che sia burbero e tenero allo stesso tempo»: sono alcune delle principali richieste delle donne sul web.

La radioterapia contro il cancro al seno può danneggiare il cuore


LM&SDP
Niente allarmismi ingiustificati, ma le donne che si sono sottoposte a radioterapia – anche a basse dosi – per trattare il tumore al seno sono più a rischio di sviluppare problemi cardiaci in seguito.
Questo quanto suggerisce uno studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Gli specialisti ricordano che la priorità è il trattamento del cancro, tuttavia il rischio per il cuore esiste, anche se piccolo.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori britannici dell’Università di Oxford, guidati dalla dottoressa Sarah Darby. Sono state coinvolte 2.168 donne con diagnosi di cancro al seno provenienti da Svezia e Danimarca, e trattate con le radiazioni.
Dal totale delle partecipanti, durante il periodo d’osservazione, 963 hanno subìto un attacco di cuore. Di queste, qualcuna ha necessitato di una procedura di ricanalizzazione arteriosa; altre sono morte per cause legate a problemi di cuore o arterie diversi anni dopo il trattamento con le radiazioni. Le restanti 1.205 pazienti non hanno sviluppato problemi cardiaci.

Al fine di valutare l’entità dell’esposizione alle radiazioni per ogni paziente, i ricercatori hanno utilizzato una misura che viene chiamata “scala di grigi”, che mostra il grado di assorbimento delle radiazioni da parte dei tessuti. Nello specifico, si è cercato di stimare quante unità di grigio hanno raggiunto il cuore e le arterie delle pazienti, a seguito della terapia con le radiazioni.
In media, le pazienti hanno assorbito da 1 a 5 unità di grigio. Media che aumentava se il tumore trattato si trovava nel seno sinistro. Il rischio di malattia cardiaca e morte relativa aumentava di circa il 7 per cento per ogni unità di grigio assorbita. Questo rischio si manifestava per la prima volta dopo cinque anni dal trattamento radioterapico e persisteva per almeno vent’anni.

Il dilemma che si pone a questo punto è se si debba rinunciare al trattamento contro il cancro per proteggere cuore e arterie. Gli scienziati sono tutti concordi che la priorità vada data alla cura contro il cancro, anche perché si stanno studiando nuovi modi per proteggere cuore e arterie dal possibile danno indotto dalle radiazioni.
In attesa di nuove conferme e rassicurazioni, ogni donna è bene sia comunque informata su quali siano i pro e i contro di una terapia con le radiazioni.