sabato 6 ottobre 2012

piccoli consigli di come togliere le macchie dalle borse di pelle


Cosa bisogna fare per rimuovere dalle borsette le macchie (per esempio di rossetto)?
Dopo aver spolverato con un panno la superficie, occorre passare un batuffolo di cotone bagnato con del latte sulla pelle. Una volta che la pelle si è asciugata, è necessario strofinare con un panno di feltro o lana.
In alternativa, sulle zone macchiate è possibile applicare un tampone bagnato con della benzina. Naturalmente, sarà opportuno evitare di inumidire la pelle in maniera eccessiva. Un altro rimedio molto utile consiste nell’applicare la gomma abrasiva.
Nel caso in cui la macchia risulti fresca, dopo averla asciugata nel minor tempo possibile si deve provare a toglierla con una soluzione di acqua calda e ammoniaca.
Per essere sicuri di rimuovere ogni macchina, infine, occorre passare una spugna inumidita nell’aceto diverse volte, prestando comunque attenzione a non rovinare la pelle.

ha realizzato il suo sogno...a 80 anni cambia sesso


Mai abbandonare i propri sogni, si potrebbe dire: prima o poi si può riuscire a farli avverare. Un ottantenne inglese si sottoporrà in questi giorni ad una operazione di cambio di sesso, diventando finalmente una donna, cosa che dice di avere desiderato da quando era piccolo. Da diversi anni, inoltre l’uomo si vestiva da donna.

L’uomo, James Rose, che ha già cambiato nome in Ruth Rose, ha avuto l’ok per l’operazione lo scorso aprile, apprestandosi così a diventare la persona più anziana che si sia mai sottoposta ad un intervento di questo tipo in Gran Bretagna.

sapevate che l'incenso è un'ottimo antinfiammatorio?


L’incenso, come lo conosciamo noi occidentali, è quella sostanza che impregna i bastoncini profumati che in molti sono soliti accendere per profumare gli ambienti. Si conosce altresì l’uso dell’incenso puro nelle chiese – anche se oggi è un po’ caduto in disuso. Ma forse sono in pochi a sapere che questa resina estratta dall’albero di Boswellia in realtà ha proprietà medicinali che la fanno paragonare da alcuni esperti a un vero e proprio farmaco antinfiammatorio e stimolante il sistema immunitario. Tuttavia, ahimè, al momento non ci sono abbastanza studi clinici che ne attestino le proprietà in ambito farmacologico tali da rendere l’incenso un elemento da utilizzare nella produzione di farmaci in Europa.

Per ovviare a ciò, una azienda produttrice di medicinali naturali ha incaricato i ricercatori tedeschi dell’University Saarbrücken, coordinati dal dottor Oliver Werz, di esaminare gli effetti curativi dell’incenso.
Se dunque in oriente e presso gli esperti di medicina complementare sono note le proprietà antinfiammatorie dell’incenso – il quale viene anche utilizzato nel trattamento di malattie come l’artrite reumatoide, l’asma, la dermatite atopica eccetera – presso la comunità scientifica occidentale non gode di tutta questa fama. Ecco perché Werz e colleghi hanno voluto indagare sulle sue potenzialità e, in particolare, sull’attività dei cosiddetti acidi boswellici.
«Gli acidi boswellici – spiega Werz nel comunicato US – interagiscono con diverse differenti proteine che fanno parte delle reazioni infiammatorie, ma soprattutto con un enzima che è responsabile della sintesi della prostaglandina E2».
La prostaglandina E2 svolge un ruolo di primo piano nel processo infiammatorio poiché è uno dei mediatori della risposta immunitaria. Questo processo include anche l’insorgere di febbre e dolore.

Secondo quanto appurato dai ricercatori, gli acidi boswellici sarebbero in grado di bloccare questo enzima in modo tale da ridurre la risposta infiammatoria. In più, la possibilità che non vi siano effetti collaterali di sorta rende l’incenso un possibile rimedio antinfiammatorio alternativo ai tradizionali farmaci i quali, per contro, hanno un discreto numero di controindicazioni ed effetti indesiderati – tra cui il rischio di ulcere e disfunzioni renali.
Ma non tutte le resine di incenso hanno le stesse potenzialità. Difatti, a seguito dell’analisi delle oltre 10 specie di Boswellia è emerso che la più potente ed efficace è la Boswellia papyrifera.
«Siamo stati in grado di dimostrare che la resina della Boswellia papyrifera è dieci volte più potente [delle altre] – sottolinea Werz.

Ma non solo a piante diverse coincidono effetti diversi, gli acidi boswellici sono un’esclusiva di queste piante e sono assai difficili da riprodurre sinteticamente, fanno notare gli autori. Per cui se vogliamo sfruttarne i benefici dobbiamo proteggere queste piante che, oggi, sono in via di estinzione. Se perdiamo queste preziose fonti verdi non perdiamo solo un patrimonio del pianeta ma anche la possibilità di creare dei farmaci utili per contrastare le patologie legate all’infiammazione dell’organismo, avvertono i ricercatori.
Siamo avvisati.

oggi la miopia si può curare con le lenti a contatto


Sarebbe davvero una bella invenzione quella degli scienziati della State University di New York se si potesse curare la miopia semplicemente indossando delle lenti a contatto. Lo sarebbe e, a quanto pare, lo è, dato che gli esperimenti condotti con le nuove e speciali lenti coassiali hanno mostrato di poter mutare la crescita e lo stato di rifrazione dell’occhio, o messa a fuoco, in modo prevedibile. Le lenti sono riuscite anche a ridurre l’allungamento dell’occhio che causa la progressione della miopia.

Come si sa, la miopia è un difetto della vista che tende a peggiorare con il tempo. L’uso di occhiali può solo rimediare al sintomo – permettendo di vederci meglio – ma non può curare la miopia. Anzi, spesso l’uso delle lenti può anche indurre un peggioramento.
Il difetto in genere si ascrive all’occhio che, allungandosi, rende difficile il mettere a fuoco gli oggetti distanti.
Come spiega nel comunicato SU il dottor David Troilo del SUNY College of Optometry di New York City, gli occhiali o le lenti a contatto che correggono il defocus sull’asse principale visivo può creare un leggero grado di lungimiranza nella retina periferica.
Questa lungimiranza periferica può peggiorare la miopia perché, per esempio, quando un bambino che presenta miopia cresce, anche l’occhio cresce per spostare la retina laddove la luce viene focalizzata, allungando ancora di più l’occhio.

Il dottor Troilo e colleghi della US hanno dimostrato nei test che queste speciali lenti a contatto sono in grado di alterare il modo in cui la luce si concentra nella retina periferica e possono indurre cambiamenti in termini di crescita che aiutano a rimodellare l’occhio nel modo desiderato.
Questo nuovo tipo di lenti coassiali sono strutturate in modo da poter sfruttare diverse potenze focali all’interno di ogni singola lente. Vi è pertanto un effetto di potenza focale alternata attraverso la lente, oppure confinata al bordo esterno.
I risultati di tutti i test hanno inoltre permesso di scoprire che le nuove lenti hanno agito sulla crescita e lo stato di rifrazione dell’occhio – o messa a fuoco – modificandole.

Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori ritengono presto potrebbero essere resi disponibili diversi modelli di lenti a contatto. Gli oculisti avranno così a disposizione un mezzo efficace per curare la miopia, in particolare nei bambini.