domenica 17 novembre 2013

Smettere di fumare con la stimolazione cerebrale magnetica

Uno studio sperimentale mostra un buon grado si successo nello smettere di fumare entro 3 settimane dall’inizio della terapia con la stimolazione magnetica cerebrale, effetto che dura almeno fino a 6 mesi
LM&SDP

Molti cercano almeno una volta nella propria vita di fumatori di smettere. Tuttavia sono assai pochi quelli che ci riescono davvero, anche dopo aver provato in diversi modi – soprattutto quando viene meno la forza di volontà.

In aiuto di chi vorrebbe o ha tentato di buttare il pacchetto di sigarette arriva una nuova tecnica che utilizza la stimolazione magnetica cerebrale non invasiva, e testata in uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università Ben-Gurion del Negev (Israele) coordinati dal prof. Abraham Zangen.
Per questo studio sono stati reclutati 115 soggetti adulti che fumavano almeno un pacchetto di sigarette al giorno e che avevano tentato di smettere almeno due volte, senza successo.
I partecipanti sono poi stati suddivisi a caso in tre gruppi e sottoposti a tre settimane di trattamento con una stimolazione magnetica transcranica ad alta frequenza – una serie di impulsi elettrici che sono utilizzati anche nei trattamenti per la depressione – oppure una stimolazione a bassa frequenza o, ancora, una falsa stimolazione (placebo). Un’ulteriore suddivisione è stata fatta tra coloro che avevano visto una foto di una sigaretta accesa, proprio prima della stimolazione, e coloro che non avevano visto nulla.

«Abbiamo utilizzato una stimolazione non invasiva in grado di ridurre il desiderio di nicotina e di fumare – spiega Zangen – Se stimoliamo le regioni del cervello che sono associate con il desiderio di droghe, è possibile modificare i circuiti del cervello che mediano questa dipendenza e, infine, ridurre il fumo. E molti di quelli trattati hanno smesso di fumare».

Al termine dello studio, dopo 13 trattamenti, gli appartenenti al gruppo alta frequenza, più la stimolazione visiva, hanno ottenuto il miglior risultato, con un 44% di loro che hanno smesso di fumare. Dopo 6 mesi dal termine dello studio, un terzo degli appartenenti a questo gruppo non avevano più ricominciato a fumare, rispetto a coloro che (sempre del gruppo alta frequenza) che non avevano visto la foto prima del trattamento – a significare che se la persona che si sottopone al trattamento ha ben chiaro l’obiettivo (o in mente la sigaretta), vi è un’efficacia maggiore.
I risultati completi dello studio sono stati presentati a “Neuroscience 2013”, il meeting annuale della Society for Neuroscience a San Diego.

Il prof. Zangen ha ricordato che, sebbene la stimolazione magnetica cerebrale è stata approvata dall’FDA per il trattamento della depressione, questo non è ancora in essere per il trattamento del tabagismo ma, visti i risultati, i ricercatori sperano che lo sia a breve. Tuttavia, non tutti gli esperti sono d’accordo, in quanto il trattamento è piuttosto complesso, costoso e presenta degli effetti collaterali come mal di testa o dolori muscolari lievi, incluse contrazioni. In rari casi si possono verificare crisi epilettiche nei soggetti predisposti. Questi sintomi, sottolinea Zangen, sono però scomparsi con la continuazione della cura.
Forse, a conti fatti, la migliore cura per il tabagismo è la forza di volontà. E, infatti, chi vuole davvero smettere, alla fine ci riesce.