mercoledì 13 febbraio 2013

Nasce un'applicazione di Facebook per fare sesso con gli amici ed è subito polemica

Mentre di giorno in giorno si moltiplicano gli allarmi riguardo l'aumento delle dipendenze da sesso online e i centri di cura specializzati, anche in Italia, denunciano un boom di richieste, soprattutto da parte dichi ha meno di 40 anni, dagli Stati Uniti arriva una nuova applicazione che consentirebbe di condurre avventure a luci rosse con altri utenti di Facebook. L'idea non è piaciuta a quanti temono per la propria privacy, ma anche a coloro che non ci stanno a vedere il social network più popolare del mondo ridotto ad una sorta di porto franco per gente affamata di sesso a buon mercato. Investiti dalle critiche, i creatori di «Bang With Friends», questo il nome della app, hanno risposto che il software è stato messo a punto esclusivamente per quanti desiderano, in maniera del tutto anonima, una compagnia notturna. Il tutto senza alcuna forzatura e in ossequio alle normative sulla privacy. Ma tra i 20.000 utenti che «Bang With Friends» si è guadagnato in appena quattro giorni di attività, qualcuno fa notare che l'anonimato non è così assoluto, visto che è possibile vedere gli iscritti dell'altro sesso che hanno scelto l'applicazione. Inoltre da essa resterebbero esclusi gli omosessuali, in quanto gli utenti possono proporre una notte insieme soltanto ad amici di sesso opposto. Nei giorni in cui anche twitter finisce sotto accusa per un'app che consiglia agli utenti contenuti sessuali, anche la creatura di Mark Zuckeberg finisce nell'occhio del ciclone. Intanto gli autori del software rincarano la dose, ribattendo che il loro intento è quello di far parlare i giovani di sesso in maniera libera, come fanno tutti i giorni nella vita reale.
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Raffreddore e influenza: sfatiamo 10 falsi miti

Mito 1. “Se esco con i capelli bagnati, mi becco un raffreddore”.Realtà: «I raffreddori sono causati da virus, non dai capelli bagnati – sottolinea nella nota Loyola Medicine, il dottor Bonwit – Sebbene non sia una buona idea prendere freddo, e sia quindi meglio vestirsi in modo appropriato quando ci si esponga al freddo». Come detto, dietro al raffreddore c’è un virus che può colpire indipendentemente se si hanno i capelli bagnati o asciutti.

Mito 2: “I vaccini influenzali causano l’influenza”.Realtà: «Il vaccino antinfluenzale è una forma inattiva del virus, per cui è impossibile sviluppare l’influenza dal vaccino antinfluenzale. Ci possono essere delle reazioni minori, di solito dolore muscolare nel luogo dell’iniezione», spiega Bonwit.

Mito 3. “Se non ho vomitato, non ho avuto l’influenza”.Realtà: «L’influenza può causare vomito e diarrea, ma non sempre. L’influenza è principalmente una malattia respiratoria – sottolinea Bonwit – E’ possibile essere colpiti da un virus allo stomaco, che tuttavia non è quello dell’influenza».

Mito 4. “Nutrire il raffreddore e affamare l’influenza”.Realtà: «La cosa più importante è assicurarsi di essere ben idratati e seguire una dieta equilibrata, per quanto si può», spiega l’esperto. «Non forzare il vostro bambino [o il malato] a nutrirsi in caso di malattia, ma cercare di fornire abbondanza di liquidi e alcuni elettroliti, come il sodio e il potassio. Buone fonti sono cracker, banane, zuppe e succhi di frutta».

Mito 5. “Il brodo di pollo a cura il raffreddore”.Realtà: «Vi sono prove insufficienti a dimostrazione che il brodo di pollo può essere utile nella lotta contro il raffreddore – sottolinea Bonwit – Un piccolo studio ha dimostrato che può contribuire a ridurre la risposta infiammatoria nel tratto respiratorio quando si è malati e migliora il flusso d’aria, e probabilmente idrata. In ogni caso, non dovrebbe creare problemi».

Mito 6. “I virus possono sopravvivere sulle superfici per ore”.Realtà: «La durata della sopravvivenza di un virus dipende dal tipo di virus. Il virus dell’influenza può vivere per 8-12 ore su superfici dure come i top dei mobili o cucina e i lavelli in acciaio inox. Su superfici morbide, come un panno, non vivrà a lungo», fa notare l’esperto. «Tuttavia, è estremamente importante praticare una buona igiene delle mani. Se qualcuno nella vostra casa è malato, assicurarsi di pulire spesso tutte le superfici dure con disinfettanti come candeggina diluita o salviette disinfettanti».

Mito 7. “Se ho un raffreddore o l’influenza, la vitamina C mi aiuterà a guarire più velocemente”.Realtà: «Alcune persone pensano che prendere più grandi dosi di vitamina C li aiuterà a guarire più in fretta. Questo verosimilmente non è vero – specifica l’esperto – poiché il nostro corpo molto probabilmente non in è grado di assorbire più di tanta vitamina C».
«Anche se alcune persone sono sicure di ciò, un dosaggio mega non è in grado di aiutare. Certo, probabilmente non causerà danni. Potete avere un qualche beneficio dal consumo di vitamina C naturalmente attraverso dosi normali di integratori alimentari o di frutta ricca di vitamina C, in particolare agrumi e altri frutti e verdure come le cipolle. Non si ha nessuna garanzia di guarigione più rapida, ma può aiutare un po’, e non può far male.

Mito 8. “L’assunzione di zinco farà andare via più velocemente il mio raffreddore”.Realtà: «Esistono alcune prove miste. Studi limitati che hanno dimostrato che pastiglie per la gola con lo zinco hanno dato un aiuto. Altri rimedi a base di zinco, come per esempio i tamponi nasali, hanno causato effetti collaterali negativi, tra cui la perdita dell’olfatto nelle persone – fa notare l’esperto – Pastiglie per la gola, con zinco o meno, contribuiscono ad alleviare il sintomo in modo che, anche se non aiutano a guarire più velocemente, per lo meno aiutano a calmare il mal di gola». L’esperto avverte anche si non somministrate pastiglie ai bambini sotto i 5 anni perché si rischia il soffocamento.

Mito 9. “Il sonno è una delle cose più importanti per i bambini con un virus”.Realtà: «Il sonno è estremamente importante per aiutare i bambini a combattere un virus – conferma Bonwit – Se sono malati, lasciamoli dormire. Tuttavia è bene assicurarsi che il bambino non mostri difficoltà quando lo si svegli perché questo potrebbe essere un segno di qualcosa di più serio. E’ bene anche assicurarsi che il respiro sia regolare: in caso contrario, chiamare il medico».

Mito 10: “Dopo tre giorni il bambino [o il malato] non è più contagioso”.Realtà: «Dipende dal virus – sottolinea Bonwit – Ogni virus è diverso e per quanto tempo una persona è contagiosa, può dipendere dalla persona, nonché dal virus. Un bambino con l’influenza, per esempio, di solito rimane contagioso per circa una settimana».
«So che può sembrare una pratica antiquata, ma uno dei modi migliori per prevenire le malattie virali è lavarsi accuratamente le mani, soprattutto prima e dopo aver mangiato. Inoltre, se si sente la necessità di tossire o starnutire, è meglio farlo in un fazzoletto che poi getteremo. Dopo di che, lavare immediatamente le mani. Se non abbiamo a disposizione un fazzoletto è bene tossire o starnutire nella piega del gomito, questo limiterà la diffusione di germi», conclude Bonwit.


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Perché le donne hanno mani e piedi freddi?.qui c'è la spiegazione

«Che gelida manina. Se la lasci riscaldar…», cantava Luciano Pavarotti ne La Bohème, di Giacomo Puccini. Una frase che ben si addice allo stato in cui, di solito, si trovano mani e piedi femminili.

Ma se il ridurre l’afflusso di sangue alle estremità per proteggere e tenere al caldo gli organi vitali interni – un processo naturale di difesa messo in atto dal corpo – è cosa normale, specie quando fa freddo, allora perché nelle donne pare che questa situazione sia la norma anche quando all’apparenza non ve n’è bisogno?
E’ quello che si sono domandati ora gli scienziati dell’Università di Portsmouth – e si domandano da tempo immemore tutti i mariti quando vanno a letto e incontrano i piedi della propria moglie.

Il mistero delle cadaveriche estremità femminili pare sia, ancora una volta, da svelare facendo riferimento agli ormoni e sull’influenza che questi avrebbero sui cosiddetti “termo-recettori”.
Secondo il britannico Michael Tipton, professore di Fisiologia Umana Applicata presso l’Università di Portsmouth, questi recettori della grandezza inferiore a un millimetro e che si trovano sotto la superficie della pelle sono i responsabili della variazione di temperatura.
Di norma, i termo-recettori regolano la temperatura in modo che risulti confortevole, agendo sull’afflusso di sangue che giunge ai capillari: quando fuori la temperatura scende, avviene una riduzione di questo afflusso.
Come detto, il sangue viene dirottato in maggiore quantità verso gli organi interni vitali come cuore, polmoni, fegato eccetera in modo che siano protetti dal calore. Di conseguenza, un ridotto afflusso di sangue alle estremità – detto vasocostrizione – causa una discesa della temperatura: ecco perché ci ritroviamo con mani, piedi, naso… freddi.

«Sono le mani, il viso e i piedi che tendono a essere più freddi – spiega il prof- Tipton – e questo in parte è perché sono più esposti, ma è anche perché il corpo sacrificherà queste estremità per mantenere caldi gli organi interni».
Ora, se il processo è del tutto naturale, nelle donne pare sia estremizzato.
Lo studio che ha dunque inteso indagare su questo fenomeno insolito è stato pubblicato su The Lancet, e mostra come possa essere oltre misura proprio nelle donne, rispetto agli uomini. Nelle donne esposte alle basse temperature, la vasocostrizione avviene in tempi molto più rapidi, hanno suggerito precedenti studi.
«Il flusso di sangue nella pelle si riduce prima e più intensamente rispetto agli uomini – sottolinea Tipton – e poi alle donne ci vuole più tempo per riscaldarsi».

Una buona notizia, fanno notare i ricercatori, è che è solo la temperatura delle estremità femminili a scendere così drammaticamente, e non quella interna corporea – per cui non vi è rischio per gli organi interni diverso da quello degli uomini.
Dietro a questo fenomeno tutto femminile, come accennato, ci sono gli ormoni. Nella fattispecie gli ormoni estrogeni che sono deputati alla regolazione dei vasi sanguigni periferici. Avviene così che alti livelli di estrogeno renda più sensibile alla temperatura.
Durante le varie fasi mensili di ovulazione, e ciclo mestruale, poi, la donna è ancora più sensibile alle variazioni climatiche – che mostra con un più o meno evidente raffreddamento delle estremità. I ricercatori ritengono che questo processo possa avere anche un collegamento con la necessità di proteggere il feto dal freddo, quando in gravidanza.

Sebbene saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere appieno questo fenomeno, è indubbio che, da sempre, le donne si caratterizzano per questa loro singolare peculiarità da “brivido”.


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