venerdì 2 novembre 2012

Cancro, scoperta molecola che obbliga le cellule dei tumori a 'suicidarsi'......Nella lotta al cancro, la ricerca delle cura potrebbe aver segnato un passo importante. I ricercatori dello statunitense Cold Spring Harbor Laboratory hanno scoperto una molecola che “obbliga” le cellule tumorali a suicidarsi. Gli studiosi hanno esaminato diversi tipi di tumore al cervello. .


Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, le cellule malate presentavano una mutazione di un gene denominato Pk-M il quale produce una proteina che stimola la crescita cellulare ad una velocità molto maggiore rispetto alle cellule sane.
Perché un tumore proliferi e sopravviva ha dunque bisogno di  una grande quantità di questa proteina: i ricercatori sono riusciti a mettere a punto una molecola in grado di inibirne l’azione, facendo in modo che le cellule tumorali si comportino come quelle sane e dunque subiscano l’apoptosi, o morte programmata.
Tuttavia, l’indagine si trova a uno stadio iniziale e saranno necessari studi su animali e valutazioni dei possibili effetti secondari prima che si possa parlare di applicazioni cliniche.http://qn.quotidiano.net

L'ansia è 'contagiosa' Attenti, genitori a non passarla ai figli


Roma, 2 novembre 2012 - L’ansia può essere contagiosa: i genitori con disturbo d’ansia sociale più degli altri possono comportarsi in modo tale da moltiplicare il rischio che i figli diventino, a loro volta, ansiosi. E’ quanto emerge da un piccolo studio di coppie genitori-figli condotto al Johns Hopkins Children’s Center (Usa) e pubblicato su ‘Child Psychiatry and Human Development’.
In particolare, i ricercatori hanno individuato un sottoinsieme di comportamenti nei genitori con disturbo d’ansia sociale - il tipo più diffuso - che rischiano di innescare lo stesso problema nei bambini. Il team di Golda Ginsburg sottolinea che lo studio non ha verificato direttamente se i comportamenti dei genitori hanno portato all’ansia nei bambini, ma “i medici che trattano i genitori con ansia sociale - dicono gli studiosi - dovrebbero essere allertati sul potenziale impatto del disturbo sui piccoli”. I ricercatori hanno analizzato le interazioni tra 66 genitori ansiosi e i loro 66 bambini, tutti dai 7 ai 12 anni.
Tra i genitori, 21 avevano ricevuto una diagnosi di ansia sociale, e a 45 era stato diagnosticato un altro disturbo d’ansia. Utilizzando una scala da 1 a 5, i ricercatori hanno valutato il calore e l’affetto dei genitori verso il bambino, le critiche del piccolo, l’espressione di dubbi sulle sue prestazioni e la sua capacità di completare l’operazione, la concessione di autonomia e l’iper-controllo dei genitori.
Ebbene, gli adulti con diagnosi di ansia sociale hanno mostrato meno calore e affetto verso i loro figli, li hanno criticati di più, esprimendo più dubbi sulla capacità dei propri bambini di eseguire il compito che dovevano svolgere. Tutti elementi che, dicono i ricercatori, rischiano di ‘accendere’ l’ansia anche nel piccolo.

Potresti aver avuto un ictus e non te ne sei accorto .....La maggioranza delle persone che hanno avuto un ictus transitorio non se ne accorgono, ma rischiano grosso. Più di due terzi delle vittime non è in grado di riconoscere i sintomi del TIA, l’attacco ischemico transitorio


Molte persone potrebbero aver subìto un ictus e non essersene rese conto. Sono infatti almeno due terzi coloro che non sono in grado di riconoscere i sintomi del TIA, l’attacco ischemico transitorio – anticamera dell’ictus vero e proprio in grado di rendere disabile o far morire la persona. Questo evento conseguente, secondo la UK Stroke Association, si verifica in una persona su dieci che ha avuto un TIA, ed entro una settimana dall’evento, se non adeguatamente curato.

In Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi di ictus sono circa 200mila ogni anno. Di questi l’80% sono “nuovi” episodi e il 20% delle recidive. In questo 80% possono dunque rientrare anche i casi di TIA che si sono evoluti.
Da queste cifre molto alte – quasi un caso ogni cinque minuti – si capisce come sia importante rendersi conto se si è stati vittime di un TIA e non lo si è capito. E, sebbene, l’ictus colpisca in prevalenza le persone di oltre i 65 anni di età, oggi è risaputo che può tranquillamente colpire persone giovani e perfino i bambini – specialmente l’attacco ischemico transitorio.

L’indagine promossa dalla britannica Stroke Association ha messo in luce un fenomeno legato al TIA che ha destato molta preoccupazione tra le istituzioni sanitarie. Si è scoperto infatti che soltanto il 26% delle persone intervistate si sarebbe recata al pronto soccorso a seguito di sintomi come senso di puntura come da spilli o formicolio diffuso su un lato del corpo, improvvisi problemi di linguaggio, debolezza facciale e del corpo in genere, cecità temporanea e altri. Tutto questo, nonostante l’87% degli intervistati abbia dichiarato che sarebbe preoccupato dall’insorgere di detti sintomi.

Questa indagine ha pertanto mostrato che sulla materia vi è un’ignoranza diffusa e che diventa indispensabile fare più informazione e sensibilizzare le persone sulla necessità di tenere sotto controllo l’insorgenza di eventuali sintomi e di recarsi al più presto dal medico o in ospedale per ottenere le cure del caso. Come detto, se non trattato adeguatamente, il TIA si può con facilità trasformare in un ictus, con tutte le disastrose conseguenze del caso. Occhio dunque a conoscere quali sono i sintomi e, nel caso, rivolgersi immediatamente ai servizi sanitari.