domenica 3 marzo 2013

in arrivo una bevanda spaziale per combattere le rughe

AS10 nasce come una bevanda creata dalla Nasa per proteggere gli astronauti dagli effetti nocivi delle radiazioni spaziali. Ma per una serie di eventi non resi ancora ufficilai,si è rivelata ottima contro le rughe e gli inestetismi causati soprattutto dai raggi solari. Questa bevanda è in realtà una miscela ricchissima di antiossidanti naturali, un concentrato di estratti di frutti esotici ideali contro i radicali liberi e i processi di invecchiamento della pelle. Aaron Barson dell’Università dello Utah, ha messo alla prova gli effetti di questa bevanda sperimentale su 180 volontari, somministrando la AS10 per quattro mesi due volte al giorno. I risultati hanno messo in evidenza una riduzione del 30% delle macchie della pelle, causate dall’esposizione ai raggi del sole, e del 17% delle rughe. Il confronto è stato fatto scattando delle foto prima e dopo il test, alla fine del quale i risultati si sono rivelati decisamente visibili. Un unico piccolo problema: la Nasa non ha ancora deciso di mettere sul mercato questo antidoto spaziale.http://www.ilmessaggero.it/benessere/danonperdere/le_rughe_ora_hanno_un_nemico_spaziale_si_chiama_as10_e_arriva_dalla_nasa/notizie/254791.shtml

Rimanere giovani con i cinque tibetani. Semplici esercizi in grado di ritardare l'invecchiamento


Arriva direttamente dal Tibet il rituale dell'eterna giovinezza. Si tratta di cinque semplici esercizi che, se ripetuti ogni giorno, sarebbero in grado di attenuare la degenerazione del corpo. Agendo sui sette centri energetici principali (i «chakra» secondo la tradizione induista), che corrispondono alle principali ghiandole endocrine, riattivano il corretto fluire dell'energia vitale. Per certi versi riconducibili allo yoga, i cinque tibetani sono esercizi combinati di stretching, contrazione e distensione muscolare e attivazione della corretta respirazione. Come movimenti di riscaldamento sono perfetti prima di qualsiasi attività fisica. Abbinati ad una corretta alimentazione, aiutano a combattere l'aumento di peso, l'emicrania, l'insonnia e altri disturbi del sonno. Impararli e realizzarli non è difficile, considerata la grande diffusione di materiale informativo reperibile sia in formato cartaceo che video. Praticati regolarmente, i cinque tibetani regalano una straordinaria sensazione di benessere psico/fisico e per questo sono identificati come «l'antico segreto della fonte della giovinezza».

Sigarette elettroniche utili o pericolose?


Medici divisi, ma pesa la condanna dell'Organizzazione mondiale della Sanità e dell'Unione Europea

 Efficaci e innocue oppure inutili e dannose? Il dibattito sulle e-cig, le sigarette elettroniche, imperversa su Facebook e social network. C'è chi racconta di aver dimezzato il consumo di tabacco da quando è passato a questi dispositivi e chi se ne dice deluso. Il parere espresso dall'Istituto superiore di Sanità su richiesta del ministro della Salute, Renato Balduzzi, non ha concesso condizionali alle sigarette no smoke: «Efficacia da dimostrare, rischiose per la salute soprattutto dei giovani» anche perché possono indurre comportamenti contrari al senso della legge antifumo. Gli esperti suggeriscono di mettere sui pacchetti avvertenze evidenti sui pericoli e di trattare questi prodotti «come tutti i sostitutivi del fumo, vale a dire cerotti, gomme da masticare, dispositivi medici se non addirittura farmaci», spiega Roberta Pacifici direttore dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Iss.
PARERI - Si dividono anche i medici. Carlo Cipolla, direttore della divisione di Cardiologia dello Ieo (Istituto oncologico europeo) non ne dà un giudizio tassativo: «Bisogna adoperare più cautela. Non si possono stroncare in assenza di dati scientifici validi. Non è neppure dimostrato che non abbiano nei fumatori un'azione dissuasiva». Le e-cig sono al centro di uno studio Ieo, in collaborazione con Monzino e San Raffaele, su un gruppo di pazienti con tumore o infarto miocardico recente. «Non è uno strumento magico - aggiunge Cipolla -. Occorre considerarlo in un contesto e non in modo isolato. La questione non si può banalizzare». Gli studi sono contradditori, ma pesa la condanna dell'Organizzazione mondiale della Sanità e dell'Unione Europea.