sabato 6 ottobre 2012

sapevate che l'incenso è un'ottimo antinfiammatorio?


L’incenso, come lo conosciamo noi occidentali, è quella sostanza che impregna i bastoncini profumati che in molti sono soliti accendere per profumare gli ambienti. Si conosce altresì l’uso dell’incenso puro nelle chiese – anche se oggi è un po’ caduto in disuso. Ma forse sono in pochi a sapere che questa resina estratta dall’albero di Boswellia in realtà ha proprietà medicinali che la fanno paragonare da alcuni esperti a un vero e proprio farmaco antinfiammatorio e stimolante il sistema immunitario. Tuttavia, ahimè, al momento non ci sono abbastanza studi clinici che ne attestino le proprietà in ambito farmacologico tali da rendere l’incenso un elemento da utilizzare nella produzione di farmaci in Europa.

Per ovviare a ciò, una azienda produttrice di medicinali naturali ha incaricato i ricercatori tedeschi dell’University Saarbrücken, coordinati dal dottor Oliver Werz, di esaminare gli effetti curativi dell’incenso.
Se dunque in oriente e presso gli esperti di medicina complementare sono note le proprietà antinfiammatorie dell’incenso – il quale viene anche utilizzato nel trattamento di malattie come l’artrite reumatoide, l’asma, la dermatite atopica eccetera – presso la comunità scientifica occidentale non gode di tutta questa fama. Ecco perché Werz e colleghi hanno voluto indagare sulle sue potenzialità e, in particolare, sull’attività dei cosiddetti acidi boswellici.
«Gli acidi boswellici – spiega Werz nel comunicato US – interagiscono con diverse differenti proteine che fanno parte delle reazioni infiammatorie, ma soprattutto con un enzima che è responsabile della sintesi della prostaglandina E2».
La prostaglandina E2 svolge un ruolo di primo piano nel processo infiammatorio poiché è uno dei mediatori della risposta immunitaria. Questo processo include anche l’insorgere di febbre e dolore.

Secondo quanto appurato dai ricercatori, gli acidi boswellici sarebbero in grado di bloccare questo enzima in modo tale da ridurre la risposta infiammatoria. In più, la possibilità che non vi siano effetti collaterali di sorta rende l’incenso un possibile rimedio antinfiammatorio alternativo ai tradizionali farmaci i quali, per contro, hanno un discreto numero di controindicazioni ed effetti indesiderati – tra cui il rischio di ulcere e disfunzioni renali.
Ma non tutte le resine di incenso hanno le stesse potenzialità. Difatti, a seguito dell’analisi delle oltre 10 specie di Boswellia è emerso che la più potente ed efficace è la Boswellia papyrifera.
«Siamo stati in grado di dimostrare che la resina della Boswellia papyrifera è dieci volte più potente [delle altre] – sottolinea Werz.

Ma non solo a piante diverse coincidono effetti diversi, gli acidi boswellici sono un’esclusiva di queste piante e sono assai difficili da riprodurre sinteticamente, fanno notare gli autori. Per cui se vogliamo sfruttarne i benefici dobbiamo proteggere queste piante che, oggi, sono in via di estinzione. Se perdiamo queste preziose fonti verdi non perdiamo solo un patrimonio del pianeta ma anche la possibilità di creare dei farmaci utili per contrastare le patologie legate all’infiammazione dell’organismo, avvertono i ricercatori.
Siamo avvisati.

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