lunedì 18 febbraio 2013

La gelosia è femmina. Specie su Facebook


L’abitudine di postare sul social network messaggi, umori, foto e quant’altro passa per la testa in un dato momento può essere deleteria per i rapporti, specie quello di coppia. Quanto pubblicato su Facebook pare faccia scatenare la gelosia, in particolare nelle donne

Se ci sono dei problemi nel rapporto di coppia, sentimenti di contrasto o anche di aspettativa più o meno velata verso nuove conoscenze è sempre bene che questi rimangano tra le persone coinvolte – in sostanza, i panni sporchi si devono lavare a casa propria.
Perché tutto ciò? Perché, specie se la donna può pensare – non necessariamente a ragione – che dai messaggi lasciati da lui traspare qualcosa circa un possibile momento di crisi, litigio o impasse nel rapporto, e qualcun altro lo legge, ecco che potrebbe scatenarsi in lei la gelosia.

Ad aver suggerito che la gelosia è femmina, specie su Facebook, è uno studio condotto dai ricercatori statunitensi dell’Università dell’Alabama di Tuscaloosa, che ne hanno poi pubblicato i risultati sulla rivista Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking.
Nello studio sono stati coinvolti 226 giovani adulti, ambosessi ed eterosessuali, a cui è stato domandato loro di immaginare di aver scoperto una foto della persona più importante per loro in compagnia di un’altra di sesso opposto.

Oltre a questo, i partecipanti dovevano sapere di poter accedere all’account del proprio/a fidanzato/a e visionare le impostazioni della privacy e scoprire se la foto era visibile anche agli altri membri di Facebook.
I dati raccolti hanno infine permesso di scoprire che vi era una diversa risposta tra maschi e femmine. Nello specifico, le donne hanno riferito maggiori sentimenti di gelosia quando immaginavano quanto proposto dai ricercatori. Anche le probabilità che le donne fossero maggiormente gelose, rispetto agli uomini, si evidenziavano con un dato statistico di 6 donne su 9, contro 4 maschi su 9.

La faccenda cambiava anche in base alle impostazioni della privacy: se per esempio la foto “incriminata” non era visibile dagli altri membri di Facebook, la gelosia aumentava sensibilmente sia per le donne che per gli uomini, poiché secondo i partecipanti questo fatto era segno che il proprio lui o lei aveva qualcosa da nascondere.
Se, invece, la foto era visibile da tutti, allora il sentimento di gelosia scendeva tra i maschi, mentre restava ancora elevato tra le femmine.

Altro motivo di risentimento femminile era il possibile fatto che il proprio lui avesse, per contro, pubblicato poche foto che ritraevano la coppia di fatto.
Il risultato d’insieme fa emergere come un sentimento possa essere influenzato dall’immagine che la persona mostra, o non mostra, di sé.
«Questi risultati – spiegano i ricercatori – suggeriscono che la natura pubblica della potenziale infedeltà può influenzare le emozioni in modo diverso in uomini e donne. Le donne possono essere soggette a maggiori sentimenti negativi quando credono che gli altri possano pensare che lei non sia impegnata in una relazione a causa di una scarsità di prove a sostegno».

Spesso, fanno notare i ricercatori, la differenza sta in come le persone interpretano i fatti. Anche se non è necessariamente vero che lo scenario immaginato fornisse una prova di infedeltà, l’interpretazione che ne è stata data perseguiva questa ipotesi. Ecco pertanto che la realtà dei fatti può assumere connotati diversi a seconda di come una persona li interpreta, e non per come sono effettivamente.
«Facebook può essere un luogo in cui gli individui interpretano le informazioni ambigue in modo non ambiguo, e tale da produrre emozioni negative», concludono i ricercatori.

Nessun commento:

Posta un commento