sabato 14 settembre 2013

Brutti ricordi? Ora si possono cancellare

I ricordi associati a brutte esperienze possono influire in modo negativo sulla nostra vita. Lo possono fare quando si è coscienti della loro presenza, ma anche quando non ne siamo coscienti.
L’idea di poterli dunque cancellare in modo definitivo – piuttosto che seppellirli da qualche parte – ed evitare così che continuino a influenzare il nostro benessere può solleticare molti. E oggi, a seguito di un nuovo studio condotto su modello animale dai ricercatori della, questo sogno potrebbe divenire realtà.

Pubblicata sulla versione online della rivista Biological Psychiatry, la ricerca si è focalizzata sul cancellare pericolosi ricordi associati agli effetti delle meta-anfetamine in un gruppo di topi, senza tuttavia intaccare gli altri ricordi.
In una serie di esperimenti i ricercatori hanno inibito la polimerizzazione dell’actina – ossia la produzione di grandi molecole – bloccando un motore molecolare chiamato miosina II nel cervello dei modelli durante la fase di formazione della memoria correlata alle meta-anfetamine.

Questa procedura ha mostrato che i topi hanno perduto immediatamente e in modo definitivo i ricordi associati alle meta-anfetamine, senza che tuttavia fossero intaccati gli altri ricordi.
I ricordi, in questo caso, non erano “brutti”, ma pericolosi in quanto erano associati a effetti gratificanti dall’assunzione di meta-anfetamine quali possono essere quelli derivanti dall’assunzione di droghe.
In questo studio, i topi hanno mostrato di non avere alcun interesse nei confronti della meta-anfetamina e dei suoi – in questo caso precedenti – effetti gratificanti. Un po’ come se non avessero mai avuto a che fare con questa sostanza. Tuttavia, come accennato, il comportamento correlato alle altre memorie, quali per esempio la ricompensa in cibo era rimasto inalterato.

I risultati dello studio suggeriscono che può essere possibile cancellare selettivamente i ricordi. La scoperta potrà essere utilizzata un giorno nel trattamento delle malattie mentali e i problemi legati alle esperienze traumatiche. Ulteriori ricerche sull’essere umano saranno tuttavia necessarie prima di iniziare una sperimentazione.

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