sabato 13 ottobre 2012

La dipendenza da sesso è una malattia vera .........Il sesso fa bene, lo dicono gli esperti. Ma, come per tutte le cose, ci vuole equilibrio. E il troppo, si sa, stroppia. Ma quand’è che si può dire che è “troppo”? Qual è il confine tra “nella norma” e “fuori norma”? A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno studio condotto – così dicono – per definire le regole in base alla quali si può decidere che una persona è affetta o meno da dipendenza da sesso. La dipendenza da sesso – o sex addiction, come la chiamano gli americani – è così stata classificata come una vera e propria malattia mentale, tanto che si sta valutando come includerla nella “bibbia” delle condizioni mentali: il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM). I ricercatori della UCLA, l’Università della California a Los Angeles, hanno coinvolto nello studio 207 persone che erano state ricoverate in cliniche per la salute mentale. Gli autori dello studio non conoscevano le ragioni per cui queste persone erano stare ricoverate. Di queste, tuttavia, si è poi constatato che 152 erano state inviate in clinica per problemi di natura e comportamento sessuale; 20 per abuso di sostanze e 35 per altre condizioni psichiatriche. I risultati dello studio saranno poi vagliati dall’American Psychiatric Association che valuterà se e come includere la dipendenza da sesso nella guida DSM. Ma il primo scoglio da superare è proprio la definizione del disturbo. Altro scoglio, è definire qual è la soglia per cui una persona è soltanto “uno che fa sesso frequentemente” o uno che invece ha “un’attività sessuale eccessiva”, sottolinea il professor Rory Reid, psicologo e ricercatori presso l’UCLA. Una volta definito il comportamento che rientra nella definizione di “hypersexual disorder”, gli operatori sanitari – che siano psichiatri, psicologi, assistenti sociali – potranno così suddividere le persone in “buoni” e “cattivi”, ossia chi ha il disturbo e chi no. Consci che tuttavia questa etichettatura può anche essere controproducente, i ricercatori si sono affrettati a precisare che qui non si sta cercando di trasformare in disturbi i comportamenti comuni, come per esempio fare molto sesso o fare uso di pornografia. Ciò che quindi intendono definire come hypersexual disorder, è quell’impulso irrefrenabile a fare sesso anche in momenti e situazioni che non hanno niente a che vedere con l’intimità. Tra questi ci sono momenti della giornata che potrebbero mettere in pericolo il posto di lavoro, il rapporto stesso con il/la partner, le proprie finanze e, infine, anche la salute. In questo studio, il disordine da ipersesso è stato definito come: “fantasie ricorrenti e intensi impulsi sessuali, insistenze sessuali, e comportamento sessuale [eccessivo]” che perdurano da almeno 6 mesi. Questo genere di fantasie, impulsi e comportamenti, per rientrare nella sindrome devono causare disagio nel paziente – sottolineano i ricercatori – o interferire con alcuni aspetti della vita del paziente stesso, come per esempio il mondo del lavoro o la vita sociale. Per essere classificato come “disordine”, questi comportamenti non devono essere causati da droghe o alcol, o un altro disturbo mentale. Con detti parametri, gli autori dello studio, hanno valutato il “disordine” dei 207 volontari. Le valutazioni hanno permesso loro di stabilire che 134 dei 152 pazienti ricoverati per problemi sessuali mostravano l’hypersexual disorder; i 18 rimanenti hanno ricevuto una diagnosi di altra condizione psichiatrica o addirittura nessuna diagnosi. Tutti gli altri volontari che erano stati ricoverati in clinica per altre condizioni mentali non hanno ricevuto alcuna diagnosi da hypersexual disorder, ma solo diagnosi di disturbi correlati alla loro condizione (l’abuso di sostanze, nevrosi o altro). Dall’indagine condotta anche per mezzo d’interviste ai pazienti, i ricercatori hanno scoperto che le aree che davano maggiori problemi nei comportamenti sessuali erano la masturbazione e la visione di materiale pornografico. Alcuni dei pazienti, a tale proposito, hanno riferito di aver perso il posto di lavoro a causa della difficoltà di controllare gli impulsi sessuali. Il loro comportamento è stato tale anche se hanno cercato di resistervi come più potevano e, per questo stesso motivo, si sono sempre sentiti in colpa e disprezzavano se stessi per aver provocato dei danni fisici ed emotivi a se stessi e agli altri. Come sempre, prima di includere una definizione “standard” della dipendenza da sesso nel Manuale, saranno necessari ulteriori e approfonditi studi, spiegano i ricercatori. Dopo di che, chiunque pensi di rientrare nella categoria “disturbati” può chiedere aiuto al personale sanitario preposto. Facciamo dunque attenzione a quanto sesso facciamo… o quanto vorremmo farne. ...

http://www.lastampa.it/2012/10/12/scienza/benessere/lifestyle/la-dipendenza-da-sesso-e-una-malattia-vera-J2CxbK2XofKy6JIKAA295M/pagina.html

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