domenica 10 novembre 2013

NUOVE SPERANZE DI CURA PER LE MALATTIE DEL CERVELLO Una terapia laser per Alzheimer e Parkinson

Scienziati trovano in un trattamento foto-acustico con il laser una potenziale cura per le malattie neurodegenerative Alzheimer, Parkinson e Creutzfeldt-Jakob, noto anche come morbo della mucca pazza
Un team di scienziati provenienti dalla Chalmers University of Technology in Svezia e dalla Polish Wroclaw University of Technology in Polonia hanno scoperto quella che potrebbe rivelarsi la cura per le malattie del cervello come l’Alzheimer, il Parkinson e la malattia di Creutzfeldt-Jakob, nota anche come morbo della mucca pazza. Per tutte queste patologie neurodegenerative al momento non esiste cura, ma soltanto trattamenti per limitare i sintomi.

Utilizzando una tecnica con il laser a multi-fotone i ricercatori hanno scoperto che è possibile distinguere le aggregazioni proteiche dannose, note per essere dei biomarcatori e possibile causa di questo genere di malattie, da quelle che invece sono indice di salute del corpo.
Lo studio, pubblicato su Nature Photonics, si presenta come rivoluzionario in quanto è il primo a utilizzare la luce nel trattamento di queste patologie, fanno notare gli autori.

«Questo è un approccio totalmente nuovo – sottolinea il dottor Piotr Hanczyc, coautore dello studio – e crediamo che questo potrebbe diventare un importante passo avanti nella ricerca nelle malattie come l’Alzheimer, il Parkinson e la malattia di Creutzfeldt-Jakob. Abbiamo trovato un modo totalmente nuovo di scoprire queste strutture usando solo la luce laser».

Il concetto è che se gli aggregati proteici vengono rimossi, la malattia è in linea di principio curata, ritengono gli scienziati. Il problema fino a oggi è tuttavia stato proprio quello di riuscire a rilevare e infine rimuovere gli aggregati. A questa lacuna avrebbe dunque pensato la terapia foto-acustica – che peraltro è già utilizzata nelle tomografie – che può essere utilizzata per rimuovere le proteine dannose e malfunzionanti. In questo modo, il cervello non sarebbe più danneggiato e sotto l’influenza di queste proteine.
Ora non resta che attendere gli ulteriori sviluppi della ricerca per sapere quale sia l’effetto reale sui pazienti affetti dall’Alzheimer, il Parkinson e la Creutzfeldt-Jakob
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