sabato 23 marzo 2013

Grazie a una nuova tecnica sperimentata con successo negli Usa, si sono mossi nuovi passi verso una cura della leucemia, il temibile cancro che intacca il sangue.


LM&SDP
Ne dà notizia la rivista Science Transnational Medicine, che riporta dei buoni risultati di uno studio in cui è stata sperimentata una nuova tecnica in grado di far regredire la leucemia linfoblastica acuta.

Già sperimentata con successo su una bambina si 7 anni, si è passati ai test su un gruppo di pazienti adulti con diagnosi di leucemia linfoblastica acuta a cellule B.
La tecnica sviluppata dagli scienziati del Memorial Sloan-Kettering Cancer Centre di New York è stata chiamata “immunoterapia mirata”.
Non nasce come cura della leucemia linfoblastica acuta – una patologia spesso letale nei pazienti oltre i cinquant’anni di età – ma come metodo per provocarne la remissione e rendere i pazienti eleggibili per il trapianto di cellule staminali.

Nonostante ciò, in tre malati su cinque cui è stato somministrato questa sorta di “farmaco vivente”, si sono mostrati benefici inaspettati mostrando una remissione della malattia che, per contro, li avrebbe condannati a morte entro pochi mesi.
La tecnica consiste nel modificare geneticamente i linfociti (o globuli bianchi) prelevati, di volta in volta, dal sangue del paziente. Nel Dna dei linfociti è stato inserito un gene, noto come proteina CD19, specializzato nel riconoscere le cellule tumorali.

Quando questi linfociti sono stati reintrodotti nel sangue dei pazienti, sono riusciti a riconoscere e attaccare le cellule maligne, distruggendole. Questo processo, come detto, ha portato in alcuni casi a una remissione della malattia e in uno a una completa scomparsa.
Si tenga presente che i pazienti si erano già sottoposti a chemioterapia per trattare i loro tumori, ma la malattia era tornata e il cancro aveva sviluppato una resistenza ai farmaci.
Durante il follow-up due pazienti sono morti per via di una ricaduta e un altro è deceduto a causa di un coagulo di sangue.

«I pazienti con recidiva di leucemia linfoblastica acuta a cellule B, resistente alla chemioterapia, hanno una prognosi particolarmente sfavorevole – spiega il dottor Renier Brentjens, autore principale dello studio – Questa capacità del nostro approccio di ottenere remissioni complete in tutti questi pazienti molto malati è ciò che rende questi risultati così straordinari e questa nuova terapia così promettente».
Al momento, il trattamento è ancora in fase sperimentale. Ora dovrà essere testato su più pazienti prima di poter diventare un trattamento standard per le persone con leucemia linfoblastica acuta a cellule B, così come per altri tumori del sangue.http://www.lastampa.it/2013/03/23/scienza/benessere/medicina/verso-una-cura-della-leucemia-n7zEXUuphDIMtBk2SvHAuO/pagina.html

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